venerdì 23 aprile 2010

Mooladè (clip di 5 min)



Mooladé, un film contro l’infibulazione

Mooladé è una parola antica, esprime la nozione del diritto di asilo ed è la protezione che si accorda a chi è in fuga. Il film, presentato in Italia da Lucky Red e Amnesty International, racconta la storia di Collé Ardo, una donna sposata a una delle personalità del villaggio e che si oppone a questa pratica, a cui quattro ragazzine chiedono aiuto per non essere sottoposte alla Salindé (parola mandinga che indica l'escissione).
Il Moolaadé è una convenzione orale dal forte valore giuridico allo stesso modo in cui l'infibulazione regolamenta l'intero villaggio: le donne che la rifiutano non possono sposarsi e nonostante la Mooladé possa essere interrotta solo dall'interessata, questa può essere costretta dal marito con la forza. Nel film accade proprio questo: le donne tradizionaliste si ribellano, e le quattro bambine, vengono infibulate. Solo quando una di loro muore per un'infezione le donne si ribellano.
«La Salindé è una cerimonia rituale profondamente radicata nelle nostre abitudini» ha ricordato l'83enne regista del film un'intervista rilasciata alla presentazione a Cannes. «La Salindè è un grande evento nell'esistenza della donna, generalmente si svolge ogni sette anni, sotto lo sguardo benevolo degli uomini. Niente è abbastanza bello e abbastanza caro per il fasto della festa che viene dato in quella occasione».
Durante le due settimane che precedono l'ingresso nel bosco sacro, le madri e le zie preparano psicologicamente le loro figlie. Queste devono sopportare il dolore fisico, senza gridare, senza gemere. Il morso vivo, bruciante della lama deve essere domato, dominato. Controllare il dolore acuto, è la prova che, divenuta donna, la giovane ragazza saprà superare i tormenti e le afflizioni dell'esistenza. Al contrario, una ragazza che non ha subito escissione è una Bilakoro, è impura per il matrimonio».
«La Salindé eleva la giovane ragazza al rango di sposa. La pone all'apice dell'onorabilità, la incorpora al cerchio retto delle madri felici e la irradia di felicità. La donna che ha subito l'escissione è simbolo di purezza. È l'onore di suo marito, della sua famiglia allargata. La Salindé permette agli uomini di controllare la fedeltà e la sessualità delle loro spose. Per quanto mi riguarda sono un fervente sostenitore dell'abolizione dell'escissione. Questo da sempre. Ma ancor più in un periodo come questo che vede l'estendersi a macchia d'olio dell'aids».
Moolaadé è stato girato interamente nel Burkina Faso:«È lì, a quattrocento chilometri da Ouagadougou, che ho trovato il villaggio di cui avevo bisogno. È un villaggio circondato dal verde, che in qualche modo simbolizza l'universo mandingo che volevo ricreare. Si trova in prossimità di Mali e della Costa d'Avorio». L'attrice che interpreta Collé Ardo, Fatoumata Coulibaly, è del Mali: «Lei stessa ha subito un'escissione. A Mali, non ci sono leggi contro l'escissione, contrariamente a quanto avviene in Senegal o nel Burkina» ha spiegato il regista tempo fa. «Sono tornato al villaggio del Burkina Faso per presentare il film, tutti gli abitanti vi hanno recitato e le donne erano contente che venisse sollevato il problema dell'escissione».
Il 2 e il 3 febbraio del 2005 si è tenuto a Gibuti la conferenza per l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili. Tante le testimonianze delle donne presenti in sale, tante le storie di vita. «Credete - ha confessato il ministro della Sanità di Gibuti, Mohamed Kamil - che, amando le nostre donne, sia facile spingerle a un rapporto che nel migliore dei casi non dà nessun piacere, nel peggiore provoca sofferenza? Credete che sia facile pensare con quanti rischi e quanto dolore, cento volte maggiore di quello delle donne non mutilate, le nostre madri ci hanno partorito? E vi diciamo che non vogliamo neanche sentire parlare di forme simboliche, tanto per rispettare il rito. Perché è proprio il simbolo, il concetto di violazione del corpo femminile che va sradicato».

Ogni anno due milioni di ragazze sono sottoposte a mutilazioni genitali: le nazioni Unite hanno stimato che siano 120 milioni le donne al mondo che le hanno subite. Si tratta nella stragrande maggioranza di donne che vivono in Paesi africani, in alcune zone della penisola arabica e dell'Indonesia ed è diffusa nelle comunità immigrate in Europa, America e Oceania. Sono tre i tipi di mutilazioni genitali praticati: la clitoridectomia (in cui viene tolta tutta, o parte, della clitoride), l'escissione (l'asportazione della clitoride e delle piccole labbra) e l'infibulazione, la forma estrema, che prevede oltre alla clitoridectomia e all'escissione anche il raschiamento delle grandi labbra, fatte aderire in modo da ricoprire completamente, a cicatrizzazione avvenuta, l'apertura della vagina (eccetto un piccolo orifizio per far defluire urina e sangue mestruale).
Le donne del Comitato interafricanohanno celebrato due anni fa 20 anni di battaglie contro queste pratiche e hanno decretato il 6 febbraio come giornata mondiale contro le mutilazioni. L'Italia - che ha impiegato tre anni per far uscire la pellicola premiata a Cannes - ha approvato lo scorso 22 dicembre 2005 una legge che le vieta e stabilisce pene fino a 12 anni di reclusione per chiunque pratichi interventi di mutilazione, con un aggravamento se a essere mutilato è un minore.

Manuela Magistris

La straniera: secondo numero dei Quaderni Viola


CLASSE, GENERE, IDENTITA'
Ragionamenti su razzismo e sessismo
PRESENTAZIONE del secondo numero dei quaderni viola "LA STRANIERA"
Autrici Varie - Edizioni Alegre
con Lidia Cirillo (femminista e co-atrice)
MERCOLEDI' 21 APRILE
H 20 al Glamorama Caffè (Strada Palazzo di Città, 51 Barivecchia)

Recensione
alcuni articoli sul Corriere della Sera: dibattito su femminismo e libertà delle donne

Il Corpo Delle Donne (Parte 3)

Il Corpo Delle Donne (Parte 2)

Il Corpo Delle Donne (Parte 1)

Processo per stupro (parte 7)

Processo per stupro (parte 6)

Processo per stupro (parte 5)

Processo per stupro (parte 4)

Processo per stupro (parte 3)

Processo per stupro (parte 2)

Processo per stupro (parte 1)

Il corpo delle donne (Documentario)


“I cittadini di una società civilizzata, le persone cioè che si comportano civilmente, non sono il risultato del caso, ma sono il risultato di un processo educativo”.

Karl R. Popper

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